Venezia Capitale d’Europa:
subito lo Statuto Speciale!

Sono qui perché questo partito ha fatto una scelta di campo molto precisa per Venezia e la terraferma: l’autonomia. 

Venezia non ha la possibilità di avanzare, la terraferma veneziana non ha la possibilità di svilupparsi, se non con una decisa autonomia. Il tema dello Statuto Speciale nasce da questa consapevolezza. Uno Statuto Speciale non è una cosa così fantasiosa, in Europa vi sono oltre una trentina di città, è quello che ti consente di avere una tua fiscalità, una tua capacità amministrativa che per Venezia è funzionale ad una nuova visione di redistribuzione economica delle sue risorse e autonomia amministrativa. 

Senza questo tutti possono dire tutto e il contrario di tutto, il sindaco e il candidato del Pd possono accanirsi come due cagnolini per spolpare un osso, ma Venezia e Mestre resteranno nella più totale disamministrazione come accaduto finora: abbiamo avuto per oltre trent’anni il dissesto amministrativo di Venezia.

Chiediamo uno Statuto Speciale per poter creare a Venezia una sua autonomia amministrativa e gestionale con persone competenti per ridefinire la visione economico-finanziaria della città, in prospettiva di grandi progetti e visioni. Perché Venezia ne ha bisogno e perché nella sua storia è sempre stata questo, un faro di civiltà.

IL MIO PROGRAMMA PER VENEZIA E MESTRE

STATUTO SPECIALE

Venezia è una delle città più importanti e famose al mondo, con un patrimonio artistico, architettonico e culturale impareggiabile e inalienabile.
Con la sua secolare tradizione di accoglienza è la sede ideale per ospitare istituzioni e agenzie internazionali che dalla loro allocazione in Città potrebbero trarre grande prestigio. Per converso tutto il mondo, in primis le organizzazioni internazionali – come ONU e UE – hanno il dovere morale di sostenere il riconoscimento di uno Statuto speciale, conformemente a quanto disposto dai trattati europei, per promuovere esenzioni fiscali ai cittadini e alle imprese residenti nella città, per avviare una efficiente politica dei trasporti, dei sevizi e delle infrastrutture.

Lo statuto speciale permetterà, tra l’altro, sgravi fiscali sulle attività artigianali e commerciali al dettaglio rivolte ai residenti, con facoltà di favorire l’apertura di imprese da parte dei giovani.
Sgravi fiscali sugli immobili locati a lungo termine a cittadini residenti siano essi destinati alla residenzialità che all’economia locale. Finanziamenti a fondo perduto (quota parte fino al 70%) per il restauro di immobili residenziali o a destinazione economica di proprietari che si impegnino a risiedere o ad operare nell’immobile interessato.
Finalmente si potrà avviare il recupero dell’Arsenale, dedicandolo all’economia del mare (attività espositive e di studio, sperimentazione, progettazione, cantieristica e produzioni afferenti a questo settore).

MESTRE: CITY DELLA CITTA’ LAGUNARE

Di Mestre balza agli occhi il declino sociale ed economico, una città un tempo vitale, ha visto la ritirata di tutte le sue attività economiche dal commercio all’impresa unitamente alla perdita degli abitanti. Con il suo vasto bacino di terraferma, invece, Mestre ha la vocazione di centro attrattivo di capitali verso il terziario avanzato: comunicazione di massa, consulenza aziendale, servizi informatici legati al web e alle nuove tecnologie, trasporti e logistica. E’ lo spazio ideale per la costituzione di Fondazioni, Istituti finanziari e tecnologici, per la realizzazione di spazi residenziali e ricreativi. Un progetto complessivo orientato sul terziario avanzato può ridare interesse ad un patrimonio edilizio oggi svalutato perché lasciato all’abbandono o gestito come dormitorio in funzione di Venezia.

Porto Marghera deve continuare a garantire i posti di lavoro attualmente in essere, ma in prospettiva deve essere riprogettata. La sua posizione geografica, le sue peculiarità, ricordano la parte meridionale di Manhattan, conosciuta come “The Battery”, sede di un grande parco, di importanti uffici commerciali affacciati sull’acqua, di attracchi per traghetti turistici e imbarcazioni per il trasporto di merci. The Battery è un modello di sviluppo di Porto Marghera: un luogo di grande attrazione per una nuova forma dell’abitare e del lavorare Mestre e Marghera vanno ripensate con una nuova visione progettuale della residenza e del lavoro attraverso un concorso internazionale che ridefinisca la loro realtà urbana, Mestre e terraferma devono divenire la City, la “greater London” della Venezia lagunare.

In questa visione, la Città Metropolitana ha senso se sviluppa le infrastrutture esistenti connettendo imprese e centri di formazione presenti sul territorio, per pervenire all’elezione a suffragio universale del Sindaco metropolitano e del consiglio metropolitano, come da comma 22 dell’art.1 Legge 56/2014.

ARTIGIANATO, COMMERCIO E IMPRESA

La monocultura turistica ha prodotto un’economia fragile che palesa forti limiti e contraddizioni; Venezia necessita di una nuova economia compatibile con il tessuto socio-economico ed ambientale. L’insediamento di nuove imprese non-turistiche presuppone un regime fiscale di favore. Qualsiasi tassa di ingresso o di soggiorno andrebbe destinata con priorità all’abbattimento della tassa asporto rifiuti.
Si è lasciata collassare la grande tradizione dell’artigianato veneziano, da quello di lusso a quello della più semplice creatività artistica. Coloro che con impegno e grande fatica stanno tenendo aperte le proprie botteghe, mantenendo in vita una tradizione artigiana di inestimabile valore, vanno aiutati con facilitazioni fiscali e residenziali.

Occorre bloccare, anche nel commercio, il cambio delle destinazioni d’uso in modo che, laddove chiuda un negozio artigianale o commerciale di vicinato, venga consentita solo l’apertura di un’attività analoga; si può considerare la reintroduzione di piani commerciali per le autorizzazioni amministrative di vendita o somministrazione.

Il mercato di Rialto deve essere al centro dell’attenzione dell’Assessorato al Commercio. Si può istituire una Mostra Mercato Pubblica con laboratori e locali di vendita a fitti agevolati nell’ex Tribunale di Rialto. In questa stessa prospettiva, si può riproporre la “Fiera della Sensa” in Piazza che potrebbe diventare un appuntamento annuale fisso.

E’ necessario pensare un piano di sostegno per lo sviluppo dell’Agriturismo Lagunare e per il Vetro Artistico di Murano da rilanciare anche con forme originali dedicando, per esempio, una settimana di dicembre, in concomitanza delle feste tipicamente muranesi di Santa Barbara, San Nicola e Santa Lucia. Così come Murano deve risorgere come centro mondiale del più raffinato e prezioso artigianato del vetro, Burano deve ritrovare la sua vocazione per l’Arte del Merletto facendo prevalere l’originalità e il valore dell’artigianato tipico secolare sulle brutte imitazioni straniere. Allo stesso modo vanno valorizzate tutte le attività artigianali tipiche e tradizionali della pietra, del mosaico, dei tessuti, delle pietre preziose; un marchio di salvaguardia permetterebbe di incentivare e tramandarne la tradizione anche attraverso le scuole artigiane. La normativa europea prevede incentivi fiscali per le piccole e medie imprese, e utile sarebbe uno sportello dedicato all’assistenza nella richiesta dei fondi europei per rendere veloci e semplici le autorizzazioni. Sulla terraferma vanno incentivati gli investimenti delle grandi imprese (Finmeccanica Alenia Augusta) e attenzione particolare va dedicata ai centri per le attività di ricerca e per lo sviluppo tecnologico.

RESIDENZIALITÀ

Venezia ha come massima priorità quella di frenare lo spopolamento in corso e il parallelo collasso economico. La perdita della soglia di residenti nella Città lagunare non solo ne pregiudica l’identità, ma ne minaccia la stessa sopravvivenza fisica: sotto certi parametri minimi si perdono strutture essenziali, come quelle sanitarie e scolastiche. Bisogna rendere trasparente il censimento di tutto il patrimonio immobiliare pubblico (comunale, Ater, Ulss, ecc.), prevedere delle tempistiche per il riattamento, sbloccare le assegnazioni e terminando le occupazioni irregolari.

Il Bilancio del Comune di Venezia, fortemente impegnato nelle spese correnti per loro natura difficilmente comprimibili, appare pregiudicato per almeno alcune decine di milioni di euro, in quanto le previsioni fatte alla fine del 2019 ben difficilmente potranno confermarsi. Per definizione, infatti, il turismo non è immagazzinabile e i suoi introiti una volta persi, sono persi per sempre. Per Mestre, il Comune ha finito per adottare la medesima strategia di monocultura turistica con la costruzione di alberghi attorno alla stazione ferroviaria quando invece, per un futuro di sostenibilità alla città intera, bisogna intervenire sull’edilizia residenziale.

Gli immobili residenziali di proprietà pubblica sono una quantità enorme, sono abitati ma anche non abitati, per i quali il Comune afferma di non avere le risorse per i restauri; si potrebbero immettere sul mercato tutte queste case, sfitte e da restaurare, di proprietà comunale vendendole a chi si impegnasse a ritornare in città (tanto nella città lagunare quanto in terraferma) fissando un prezzo “sociale” da corrispondere in un lasso di tempo predeterminato e con la formula del “riscatto”. Si otterrebbero così tre risultati in uno: 1- ristorare i conti del Comune con le rate mensili degli acquirenti; 2- dare la possibilità a molti veneziani e mestrini di tornare a vivere nei luoghi di origine con la conseguente riattivazione dei negozi di vicinato; 3- dar respiro all’emergenza abitativa a Venezia e Mestre. Naturalmente, adeguate garanzie dovranno essere date agli acquirenti soprattutto in termini di un uso proprio, con la condizione che, in caso di vendita successiva, la stessa dovrà essere fatta al Comune che riconoscerà il prezzo di origine indicizzato e gli eventuali lavori effettuati a miglioramento dell’immobile. In questo modo le case cedute tornano nel circolo della residenzialità e sottratte alla speculazione turistica. Il Comune deve occuparsi di acquisire aree dismesse suscettibili di recupero o di sviluppo urbanistico. Occorre verificare l’adeguatezza dell’attuale piano regolatore e attuare limitazioni al cambio di destinazione d’uso.

E’ necessario un piano per riconvertire i palazzi veneziani in sedi di prestigio di grandi aziende o di istituzioni culturali e politiche nazionali ed internazionali, prima che siano trasformati in alberghi.

TURISMO

Il turismo è una risorsa enorme, eppure a Venezia è divenuto sinonimo di degrado e non più di ricchezza; ciò si spiega perché manca da sempre una vera volontà di gestirlo e una metodologia adatta alla necessità.
Si deve affermare il principio che tutti possono venire a Venezia, ma non possono farlo tutti assieme. Deve essere definito il numero massimo sostenibile di turismo giornaliero calcolandolo sulla base di criteri di sicurezza, nettezza urbana, spazi di attraversamento e capacità dei trasporti; la metodologia deve orientarsi verso un sistema di prenotazione on-line o telefonica così da gestire arrivi, presenze e spostamenti. Diluire i flussi lungo tutti i dodici mesi dell’anno, indirizzare i visitatori attraverso percorsi alternativi e insoliti: un’offerta di alto profilo, richiama ed incentiva il turismo di qualità.

Il Lido è valorizzato al di sotto delle sue potenzialità seppur dotato di strutture altamente qualificate e rinomate, suscettibili al rilancio turistico, eppure in stato di abbandono o sottoutilizzate: l’aeroporto Nicelli con annesse officine aeronavali appena restaurate, l’idroscalo, la Caserma di San Nicolò sgombrata dai militari ormai vent’anni fa e l’Hotel des Bains, uno degli alberghi più famosi al mondo, in completo stato di disarmo.

Una “Carta Servizi”, documento di ingresso in città associata ad una tassa di ingresso, può comprendere un pacchetto di servizi da accordare come contropartita al visitatore che accetta di prenotarsi e accedere in Città alle condizioni del Comune: accesso ai musei, mezzi di trasporto, parcheggi, utilizzo della rete WiFi, servizi igienici, aree di ristoro.

L’Arsenale può ospitare la sala di controllo del centro informatico per la raccolta delle conoscenze necessarie all’ingresso in città. Tutto ciò presuppone un rapporto di collaborazione con l’insieme del comparto turistico dai tour operators, alle agenzie di viaggio, alle compagnie di trasporto ecc.

Un capitolo a se stante riguarda le guide turistiche. In generale il recepimento da parte dell’Italia della direttiva Bolkestein ha portato il caos nella professione delle Guide Turistiche e come conseguenza negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un proliferare di “guide” non abilitate che si promuovono facendo leva sull’ambiguità del termine inglese “local guide”. La prima conseguenza è che questi “locali” esercitano una professione in modo abusivo, la seconda e ovvia conseguenza è che, non essendo autorizzati ad esercitare, sono impossibilitati a versare un qualsiasi contributo al fisco. Un ulteriore grave danno al turismo veneziano è quello inflitto dai cosiddetti “free tours”, ovvero quei tours organizzati da associazioni senza scopo di lucro, condotti da guide a volte abilitate ma più spesso prive di licenza, che accompagnano gruppi che arrivano a contare a volte anche 60 persone. All’inizio di ogni tour la “guida” sottolinea di non percepire alcun compenso per il servizio che andrà a svolgere e pertanto chiede apertamente che chi decida di fare quel giro turistico alla fine del giro turistico guidato lasci una mancia.Per favorire un turismo sostenibile, dato il particolare sistema urbano di Venezia, sarebbe auspicabile stabilire un limite massimo al numero di persone che i tours di gruppo possono ospitare, e definire degli itinerari attraverso strade e calli più agilmente percorribili almeno per quanto riguarda i periodi di massimo afflusso turistico.

La portualità e la salvaguardia di Venezia hanno un futuro solo se possono coesistere con lo stesso valore di necessità per la vita della città. In quest’ottica occorre evitare lo scavo del Canale Vittorio Emanuele che andrebbe ad alterare ulteriormente il contesto morfologico della laguna, aumentando la massa d’acqua, alterando le correnti e sconvolgendo irrimediabilmente l’equilibrio idrodinamico della laguna, aggravando quei fenomeni di acqua alta, moto ondoso, inquinamento atmosferico, elettromagnetico e di rumore che già affliggono la città. Il Ministero dell’ambiente dovrebbe imporre la “Valutazione di Impatto Ambientale” all’eventuale progetto di scavo del Vittorio Emanuele che, peraltro, si colloca non lontano da Piazza San Marco.

Calcoli precisi compiuti dai migliori tecnici ed esperti di cui il Veneto dispone, prevedono l’aumento del medio mare di alcune decine di centimetri entro fine secolo; il MOSE, quando sollevato, precluderà l’accesso alle bocche di porto per migliaia di ore all’anno, compromettendo la portualità commerciale in laguna al punto che se ne dovrà fare a meno. Come ha osservato il prof. Luigi D’Alpaos, “in queste condizioni come si fa a parlare di mantenimento della portualità? Chi è quell’armatore che manda una sua nave in un porto chiuso per sei mesi all’anno e in balia di un po’ di scirocco? Non c’è nulla da fare. Tutta la filosofia, con cui è stato realizzato il MOSE, rende inconciliabili tra loro sia la salvaguardia delle maree che della portualità”. Pensare ad un terminal passeggeri fuori dalla Laguna, su pontoni galleggianti, è una soluzione neppure originale, ancorché necessaria, dato che è già stata realizzata in altre realtà portuali.

LA CULTURA: LEVA DELL’ECONOMIA DEL FUTURO

Nessuna città al mondo esprime come Venezia il senso di una cultura in grado di rappresentare tradizione e passato, storia presente e futura attraverso la sua bellezza vivente di palazzi, chiese, calli, campi e campielli. Bellezza vivente, appunto, non museale; mai Venezia dovrà diventare una Pompei senza vita! L’amministrazione comunale deve intervenire laddove ci siano energie da promuovere e premiare, dove le esperienze culturali possano essere potenziate e sviluppate. Si tratterà di collaborare con le associazioni cittadine e con le istituzioni religiose per offrire sostegno alle loro iniziative.

Venezia e Mestre hanno un ricco tessuto di teatri, centri per la musica e la prosa che rappresentano anche importanti esperienze di socializzazione. L’amministrazione comunale si potrà avvalere della collaborazione del maestro Marco Tutino per il settore musicale; il maestro Tutino ha in progetto un Festival Internazionale Vivaldi che non può certo mancare a Venezia.

L’Amministrazione si potrà avvalere anche della preziosa collaborazione del maestro Gabriele Lavia per il teatro: sua l’idea di allestire un Festival Internazionale Goldoni.
A sostegno delle associazioni artistiche si affiancherà l’opera di ripristino dei teatri e cinema in disuso che potranno poi essere opportunamente assegnati a giovani talenti.

Un’altra idea, è la realizzazione di un Festival Internazionale di Scrittura al Femminile che sarà organizzato dalla psicologa e saggista Vera Slepoj, con un premio che valorizzi la consolidata carriera di una scrittrice e uno da assegnare ad un giovane talento.
In connessione con la Mostra d’Arte Cinematografica, i Padiglioni della Biennale possono essere utilizzati come laboratori anche per la produzione di arti visive; qui o altrove (per esempio all’Arsenale) si potrebbe pensare ad un laboratorio per la creazione degli “effetti speciali” per la cinematografia, struttura che manca in Italia.
La Biennale non può e non deve essere un corpo culturale separato dalla città, vetrina espositiva affidata ad altri, indifferenti alle esigenze della cultura cittadina e alla città stessa. Come a Milano c’è un “Fuori Salone del Mobile”, diventato ormai la vera curiosità dell’esposizione internazionale, così per Venezia dovrebbe esserci un “Fuori Biennale” o “Oltre Biennale”, alla cui cura ha dato la sua disponibilità il grande storico dell’arte Philippe Daverio.

Il palazzo storico dell’ex Casinò del Lido potrebbe divenire il Palazzo d’Europa delle Scienze, sede di documentazione e centro di esposizioni scientifiche, tecnologiche e astronomiche, affidato alla competenza scientifica e all’iniziativa organizzativa dello scienziato Piergiorgio Odifreddi.

Il Premio Mestre di Pittura è una realtà che in questi ultimi due anni si è affermata con grande successo; la manifestazione va senz’altro sostenuta e l’Amministrazione potrebbe conferirle valenza internazionale. Va creato un calendario annuale delle feste tradizionali dando loro supporto istituzionale ed il giusto valore storico, coinvolgendo nell’organizzazione le varie associazioni cittadine, anche di artigiani e commercianti, che avrebbero così maggiore visibilità e ritorno economico.Il Carnevale va rivisto affinché torni ad essere un evento cittadino seppur aperto agli ospiti italiani e internazionali.

L’ARSENALE: UN PATRIMONIO INCOMPARABILE

Lo Statuto Speciale deve, tra le altre cose, prospettare il passaggio della proprietà di immobili di assoluto pregio storico, come il Palazzo Ducale e l’Arsenale, dal Demanio dello Stato a quello degli enti territoriali locali per avere una reale capacità di governo di queste risorse che appartengono alla nostra comunità.

Il recupero dell’Arsenale va riportato all’originaria vocazione cantieristica come centro produttivo ed espositivo di tipo settoriale, affiancandolo ad opportuni centri di ricerca. Una struttura così imponente, per gran parte comunicante con l’acqua, dovrà articolarsi su più ambiti:
1- settore universitario e scientifico per la ricerca marina e per la “green economy” (inquinamento, energie rinnovabili, onde, correnti, maree ecc.);
2- settore professionale;
3- settore artigianale con spazi da destinare alla cantieristica tradizionale per mantenere la conoscenza dell’arte della fabbricazione delle imbarcazioni tipiche veneziane, gondole comprese; settore industriale-navale per la costruzione di imbarcazioni di pregio con prodotti di nicchia che potrebbero essere dotati di un marchio speciale legato a Venezia, oppure come base logistica operativa per le manutenzioni (barene, canali di navigazioni e canali interni);
4- settore culturale: Museo della Marina Veneziana per far conoscere al mondo la storia della Serenissima Repubblica e del Veneto; 5- settore sportivo dedicato alle discipline acquatiche.

L’Arsenale si presta anche ad essere sede di un centro per la documentazione dell’artigianato veneziano e sede di scuole di formazione artigiana.

DIFESA DELLE TRADIZIONI

Una politica di difesa delle tradizioni deve tenere desta la memoria, sviluppando le commemorazioni dei grandi eventi storici veneziani, attraverso il coinvolgimento delle associazioni e la massima auto-gestione da parte dei cittadini.

Il recupero dell’Arsenale può offrire lo spazio realizzativo del progetto “Il Bucintoro del terzo millennio”, un’operazione ambiziosa tesa a ricreare uno dei simboli storici della Città con il concorso volontario di tutti i veneziani a partire dalle maestranze, dagli esperti e dagli artisti di alto livello che ancora operano sul territorio.

SANITÀ E POLITICHE SOCIALI

Venezia necessita di un ospedale efficiente, considerando il fatto che una popolazione mediamente anziana ha difficoltà a spostarsi per visite ed esami in strutture della terraferma e considerando non solo il numero dei residenti effettivi ma anche i numerosi ospiti che vengono a lavorare o visitare la Città. Va potenziato il coordinamento con le associazioni di volontariato per l’assistenza ai bisognosi e pensato un progetto di centro sociale per anziani in strutture comunali al fine di migliorare la loro vita quotidiana in connessione ad un’assistenza a domicilio nelle situazioni che la richiedano. In questa prospettiva, si devono sviluppare le strutture già esistenti a favore dei disabili ed è necessario intervenire sulle barriere architettoniche e sugli ostacoli che ne rendono complicata la vita.

Si deve programmare meglio la Family Card monitorando gli esercenti che offrono i servizi.

Per le scuole primarie e la scuola dell’infanzia deve essere promossa la collaborazione delle associazioni e dei patronati, sia per reperire spazi fisici (anche palestre), sia per integrare l’offerta di servizi alle famiglie.

TRASPORTI E LOGISTICA

Con la crescita esponenziale delle presenze turistiche, i trasporti veneziani hanno conosciuto seri problemi di congestione a danno dei residenti. L’intasamento delle linee durante il periodo di punta dell’afflusso turistico richiede che venga riservata ovunque la salita prioritaria per i residenti.

La cultura della barca non va persa di vista neanche in relazione all’uso quotidiano, prevedendo ormeggi a tempo in aree importanti come l’Ospedale, il Cimitero, il Tronchetto e il Parco San Giuliano, e per rispondere a bisogni pratici non attinenti alla diportistica. Il trasporto in una città d’acqua presenta vari problemi e al tempo stesso un grande ventaglio di soluzioni. I vari punti di Venezia e isole necessitano di interconnessione rapida e agevole tra loro e con la Terraferma, una mobilità innovativa e compatibile con l’ambiente lagunare.

La terraferma va connessa il più possibile con il tram e il sfmr che devono arrivare fino alla città storica. Bisogna riorganizzare i vari servizi di trasporto su strada, rotaia, acqua anche nella prospettiva di Venezia Capitale d’Europa e Mestre la sua City.
Occorre individuare nuove porte d’accesso alla città storica ed un piano di mobilità pubblica per nuove linee di navigazione con mezzi veloci che riducano i tempi di percorrenza tra Venezia, aeroporto, Chioggia, isole e terraferma, tenendo conto di coloro che svolgono servizi fondamentali come, ad esempio, quelli della sanità. L’overcraft è un mezzo di trasporto che non provoca moto ondoso e, per alcune tratte, i servizi di trasporto veloce potrebbero risolvere la proverbiale lentezza di Venezia nel rispetto dell’ambiente lagunare.

L’interscambio merci va potenziato, ad esempio, trovando nuovi spazi al Tronchetto; bisogna ottimizzare i trasporti allestendo centri per concentrare e stoccare le merci in modo da consentire la distribuzione, evitando giri a vuoto di imbarcazioni scariche.
Si prevedono posti auto riservati ai residenti con tariffe calmierate nei parcheggi del Tronchetto e il riordino del trasporto dall’aeroporto Marco Polo alla città per favorire un accesso a Venezia diverso da quello di Piazzale Roma.
E’ necessaria la collaborazione della Regione Veneto ed di altri enti per portare a termine opere incomplete (ad es. il collegamento Castellana-via Brendole).

 

SPORT

Lo stadio di calcio e il palasport sono carenze strutturali che non trovano soluzione da decenni in quanto sono sempre la sintesi di problematiche diverse: servono progettualità precise che tengano conto di aspetti diversi come la visione urbanistica complessiva, le peculiarità tecniche delle attività sportive da esercitare, il bacino di utenza da servire, le infrastrutture a servizio da realizzare, la sostenibilità economica e non da ultimo l’orientamento che promuovono tali strutture.

E’ urgente un tavolo tecnico per affrontare e incominciare a risolvere, una volta per tutte, il problema. Le strutture già esistenti vanno mantenute e migliorate; per le sue opportunità di aggregazione giovanile, si può ipotizzare un nuovo Centro sportivo polifunzionale.

AMBIENTE

Venezia per la sua bellezza e delicatezza è simbolo mondiale di felice convivenza tra attività antropiche e ambiente naturale. Per questo si è individuato nell’Arsenale il centro ideale per sviluppare ricerca ed innovazione per le tecnologie marine in grado di attrarre investitori; questa visione potrebbe però allargarsi in più direzioni: generazione di energia elettrica, eolico e solare, motori elettrici o non inquinanti per imbarcazioni, nuovi tipi di carene, bonifica e mitigazione delle attività inquinanti, riduzione dei materiali plastici e brevetto di nuovi materiali.
La qualità dell’aria resta un problema aperto rispetto ai diversi tipi di fonti inquinanti: un esempio su tutti l’ingresso delle grandi navi nel cuore della Città che porta diffusioni di polveri sottili, gas di scarico, onde elettromagnetiche e rumore; anche l’inquinamento da gas di scarico nei rii interni è fuori controllo perché le normative vigenti si concentrano sugli autoveicoli e trascurano i natanti a motore: un fattore, questo, chepotrebbe essere affrontato con poteri normativi autonomi, derivanti dallo Statuto Speciale. Il contrasto del moto ondoso deve essere una decisione improrogabile, e il rilevamento GPS e la sorveglianza costante sono utili strumenti per lo scopo.

Benché il Governo stia cercando di inibire per legge i poteri del Comune nel vietare l’installazione delle antenne 5G, va ribadito che il Sindaco è la massima autorità sanitaria e ha come suo primo compito quello di tutelare la salute dei cittadini e la sua azione politica non può prescindere da questo compito.

Il verde pubblico nelle aree urbane è spesso trasandato e andrebbe invece curato e migliorato affinché l’ambiente, dove si svolge la vita quotidiana dei cittadini, sia motivo di benessere: si tratta di un’attenzione opportuna che restituisce, oltre a tutto, l’immagine di un’Amministrazione attenta e vicina. Le pinete degli ambienti litoranei sono in uno stato di disastroso abbandono trentennale, eppure sono preziose oasi naturalistiche (gli Alberoni con le dune caratteristiche che rappresentano anche difese a mare naturali; San Nicolò dove nidifica una specie rara come il fratino).
Purtroppo il Servizio Forestale della Regione è ridotto a 500 addetti per tutto il territorio veneto e così la manutenzione è inesistente e una massa enorme di tronchi secchi e ramaglie giace a terra, costituendo, tra le altre cose, un potenziale e rischioso innesco di incendi.

Opportuna sarebbe la comunicazione e relazione con le associazioni di volontariato che si occupano del gattile di Malamocco, del canile e delle varie realtà di terraferma, associazioni che con amore, non solo per gli animali ma anche per le persone e la città, e si preoccupano di togliere dalle strade i randagi, di accoglierli e accudirli, spesso a loro spese o con il contributo di tanti cittadini sensibili. Per questi problemi, la collaborazione dell’Amministrazione è doverosa.

SICUREZZA

Tra le problematiche della sicurezza, si registra l’aumento delle attività criminali. Di notte Venezia è una città quasi completamente priva di sorveglianza. E’ necessario l’aumento della dotazione di agenti per il controllo 24 ore al giorno, meglio se con pattugliamento a piedi. Vanno potenziate le misure preventive di videosorveglianza soprattutto nelle zone periferiche e nelle note aree di spaccio e degrado. Occorre inoltre appoggiare l’azione di realtà come il gruppo Cittadini Non Distratti ONLUS, impegnato da circa venticinque anni nel prevenire e contrastare episodi di borseggi in collaborazione con le Forze dell’Ordine.

Per fronteggiare il dilagare del fenomeno criminale, si propongono specifici interventi come gli avvisi audio con altoparlanti sui bus, tram, pontili e battelli in lingua italiana e inglese; messaggi multilingue su display luminosi che scorrano assieme alle informazioni di orari e destinazioni; affissione di avvisi nei pontili e nei mezzi di trasporto pubblico scritti in più lingue (anche in veneziano) che riportino un numero telefonico di riferimento per eventuali emergenze; aumento delle unità antiborseggio (inter-force) in modo da coprire le diverse fasce orarie.

Contrasto al commercio non autorizzato: l’abusivismo è totalmente fuori controllo. Esso si differenzia in base agli eventi climatici e a specifici orari: per esempio, vendita di stivali in caso di acqua alta, di ombrelli in caso di pioggia, di dardi luminosi alla sera, di fiori e grano in Piazza San Marco. Con adeguata attività d’indagine e di prevenzione, insieme all’abusivismo, va contrastato l’accattonaggio che, associato allo sfruttamento di minori, denota un grado di pericolosità sociale.

accedi a tutti i miei comunicati stampa

AIUTAMI A DIFFONDERE LA MIA IDEA DI VENEZIA

SCARICA LA LOCANDINA

SCARICA IL VOLANTINO

IL MIO PROGRAMMA ILLUSTRATO ALLA STAMPA

la mia squadra per venezia

1. Del Zotto Pierangelo
2. Rubini Edoardo
3. Peretti Patrizia
4. Greco Lorenzo
5. Rossetto Deborah
6. Bernardi Fabrizio
7. Buzzo Giulia
8. Dei Rossi Franco
9. Della Togna Lorena
10. Rigattieri Romy
11. Filaferro Denis
12. Frizzo Luigi
13. Fraticelli Tiziana
14. Nordio Franco
15. Paggiaro Marco
16. Scarpa Fabio
17. Palazzi Anna-Maria
18. Carponi Antonio

19. Ferretti Luciana
20. Vianello Nicola
21. Bonan Venturi Paolo
22. Cestaro  Gianni
23. Del Maschio Maurizio
24. Garbuio Laura
25. Giurin Paola
26. Marzato Giuseppe
27. Pagliaro  Elena
28. Peltrera Loris
29. Pettenó Claudio
30. Quintavalle Erika
31. Sgnaolin Leonia
32. Stocco Enrico
33. Tonello Chiara Valeria
34. Vianello Nadia
35. Vio Andrea
36. Zaniol Laura

 

accedi ai CV dei candidati della lista accedi ai certificati penali dei candidati della lista Scrivi a [email protected]