Il “Partito dei Veneti” ha presentato insieme ai comitati civici locali, la campagna referendaria a sostegno della separazione di Venezia e Mestre.
“Mestre e Venezia Comuni Autonomi” è lo slogan che campeggia sui manifesti e volantini che saranno utilizzati da qua al Referendum del 1 dicembre per sostenere il Sì al ripristino delle due entità amministrative.
Giacomo Mirto, Coord. Regionale del Partito dei Veneti: “Fino ad ora siamo l’unico Partito ad aver avuto il coraggio di appoggiare i comitati civici veneziani e mestrini a favore della separazione. Gli altri Partiti si nascondono dietro la “libertà di voto” perché schiavi di logiche nazionali decise fuori dal Veneto e Venezia. E’ infatti evidente che la nascita di due Comuni autonomi avvantaggerebbe entrambe le realtà, mentre la forzata unione penalizza la specificità di Venezia e non permette uno reale sviluppo urbano per Mestre”.
Gian Angelo Bellati, Presidente di Mo.V.A. “I comitati per il SI al ripristino dei due comuni di Venezia e Mestre non possono che ringraziare il Partito dei Veneti, prima forza politica che appoggia chiaramente il SI al prossimo referendum del 1 dicembre. Ci fa piacere che esistono organizzazioni che non si fanno intimorire dai c.d. poteri forti che sono invece assolutamente contrari al ripristino di due Comuni così diversi. E soprattutto che invitano ad astenersi. Fatto gravissimo se proposto da chi grazie alle regole della democrazia si trova oggi ad amministrare il Comune di Venezia Mestre. Invitiamo i cittadini a valutare bene sia l’opportunità di andare a votare, sia di votare SI contro una situazione insostenibile che ha trasformato Venezia in Disneyland e Mestre in dormitorio di turisti low cost. Con 1000 abitanti all’anno che lasciano per sempre la città lagunare. Per non parlare di Mestre! Votiamo Si per contare come cittadini e residenti e per riappropriarci del nostro futuro e delle nostre città!”.
Giovanni Armellin, Presidente di Muoversì: “Il Partito dei Veneti avendo scelto di sostener con forza il “sì” al referendum di autonomia di Venza e Mestre, dimostra una grande sensibilità ai problema delle due Città costituenti l’attuale Comune di Venezia. Questo movimento ha messo da parte i puri calcoli opportunistici di partito, considerato che sarebbe stato più semplice e facile dire “lasciamo libertà di voto”, dando indicazione di voto chiara e motivata”.
Antonio Guadagnini, Consigliere Regionale del Veneto: “Il referendum non serve per separare Venezia da Mestre, ma per unire Venezia al resto del Veneto, in un unica grande area metropolitana. Sono favorevole alla separazione tra Venezia e Mestre, perché credo che il Veneto debba essere concepito come un’unica rete urbana policentrica diffusa, che possa riprendere quel ruolo di ponte tra est e ovest, nord e sud del mondo, storicamente appartenuto a Venezia. La mia idea di ‘Veneto Globale’ è di una rete composta da nodi integrati all’interno di un unica area metropolitana. In quest’ottica diventa necessario distinguere nel veneziano, la parte sulla terraferma da quella in laguna. La prima, Mestre, deve essere equiparata agli altri capoluoghi di Provincia in modo da entrare a far parte di un unica area amministrativa regionale. Venezia si ergerebbe così a nodo hub, luogo simbolo e ‘centro storico’ dell’intera rete metropolitana. Potremmo così riprogettare il territorio veneto (o veneziano), concependolo come un’unica rete e rilanciando, ad esempio il progetto del “Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale” quale metropolitana di superficie di questa area urbana; pensando poi all’integrazione dei poli universitari e creando un sistema di infrastrutture Regionale (strade, porti e aeroporti). Attraverso la separazione dei due Comuni, potremmo cominciare a riprogettare così il Veneto, un po’ come è successo per le altre grandi aree metropolitane in Europa e nel mondo. In questo senso deve essere pensata anche la battaglia per l’autogoverno del Veneto. Abbiamo bisogno di strumenti politici e di risorse per tenere il Veneto agganciato al mondo che cambia. Non possiamo certo assecondare l’immobilismo e la miopia di uno stato centrale che ci porterebbe di sicuro in un baratro di isolamento e povertà”
Cesare Busetto, del Partito dei Veneti di Venezia: ”Perché SI alla separazione di Venezia Mestre in due comuni distinti? Perché se si ama Venezia, si deve anche capire che deve essere gestita e amministrata in modo totalmente autonomo ed indipendente. La sua fragilità, le sue peculiarità di città speciale sotto ogni punto di vista, sottendono ad una amministrazione interamente dedicata ad essa e a risolverne i problemi ad essa legati. Purtroppo da molti anni, troppi, i poteri forti, il consociativismo e corporativismo ne hanno fatto una terra dove spartire ingenti interessi economici a discapito del buon vivere e della sopravvivenza stessa della città. Mestre ricordo essere la più grande “frazione” d’Italia con più di 200.000 abitanti, negli ultimi vent’anni ha subito una trasformazione e si presta a diventare una città moderna e di sicuro sviluppo, con una propria e precisa identità, basti pensare all’M9, ma tutto questo può avvenire solo se seguita anch’essa da una amministrazione attenta e dedicata alle specifiche peculiarità del territorio”.