In questa drammatica situazione, c’è chi spicca per il suo coraggio, e chi invece china il capo davanti al governo inadempiente, suscitando dei comprensibili dubbi.
Ragioniamo: ci siamo trovati in una situazione sanitaria drammatica a causa della leggerezza dimostrata dagli stati che hanno ascoltato L’OMS.
Chi ha agito fin da subito come la Repubblica Ceca, non si è trovata a contare tutte le vittime che abbiamo avuto qui.
Come conseguenza ora dovremo affrontare la peggiore crisi economica del secolo, ma le uniche azioni del governo centrale sono emettere degli insensati Dpcm, decreti privi di logica e anticostituzionali. Non esiste un programma di ripresa, solo un triste elemosinare soldi all’UE. I soldi della cassa integrazione non arrivano, e l’INPS incolpa di ciò le regioni, che colpa non hanno.
Davanti a questa demenza giovanile del neonato stato italiano, le regioni capiscono quanto sia importante affrancarsene. Ma non tutti reagiscono allo stesso modo: c’è chi passa ai fatti con coraggio, chi invece abbozza una lamentela e poi batte ritirata.
Facciamo un confronto:
Arno Kompatscher da Bolzano fa sapere che probabilmente non verrà versato alcun gettito, visto che la regione quest’anno non avrà entrate (notiamo che godono già di un’autonomia che permette loro di trattenere i 9/10 delle entrate). Sulle riaperture poi, fa sapere che visto che «Roma per settimane non ha ascoltato le richieste per una differenziazione regionale delle misure, abbiamo deciso di intraprendere il nostro percorso legislativo autonomo» e sforna un bel DPL 52/20 Bolzano per anticipare le aperture.
Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia fa sapere che Lunedì 11 Maggio ripartiranno. “Abbiamo fatto una proposta molto responsabile” afferma. Partiranno lunedì con il commercio al dettaglio e dal 18 con le attività mancanti.
La coraggiosa presidentessa della Calabria, Jole Santelli, in un suo intervento a Diritto e Rovescio su Rete 4 ribadisce “Il ministro Boccia dice di diffidarmi, io ovviamente non ritiro la mia ordinanza”.
Francesco Boccia ritiene che “l’autonomia…debba esercitarsi sempre nell’ambito del rispetto dei valori universali garantiti dalla Costituzione, primo fra tutti quello alla salute”…La salute che il governo stesso ha contribuito a mettere a rischio, aggiungo io, grazie a tagli alla sanità pubblica e alla pessima gestione dell’emergenza (ricordiamo che il governo non volle ascoltare Crisanti…). Lo stesso Boccia continua “il governo non può fare altro che impugnare il provvedimento, limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro”.
E per ultimo un ormai non più credibile Conte che in merito alle azioni intraprese da queste regioni afferma “sono da considerarsi, a tutti gli effetti di legge, illegittime”.
Dulcis in fundo… Dopo questa carrellata di azioni coraggiose da parte di presidenti delle regioni che rappresentano il loro popolo e ne difendono i diritti, e l’attacco di stampo totalitarista dello stato, arriva il timido inchino di chi non se la sente di scontrarsi con Roma.
Ecco tutto ciò a cui riesce ad arrivare Zaia “Quindi, se il governo ci dà l’autonomia sulle riaperture noi ci prendiamo la responsabilità. Ma senza un nuovo Dpcm non possiamo prendere queste decisioni”
Un “vorrei ma non posso”. Quasi uno “scusate se per un attimo ho fatto sembrare di aver alzato il capo”.
Una tarantella ballata con un piede a palazzo Ferro Fini ed uno a palazzo Chigi.
Noi siamo stanchi. Stanchi di questa presa in giro che va avanti dal 22 Ottobre 2017.
È ora di impugnare l’articolo 2 dello Statuto della Regione Veneto.
E anche se questo articolo non fosse mai stato scritto, ricordo che le leggi le fanno gli uomini, e gli stessi uomini le possono cambiare a fronte di motivi giusti, sacrosanti e richieste legittime.
Il Veneto non vuole vivere di sussidi, vuole ripartire in sicurezza, ed usare le nostre risorse (ricordiamo il nostro residuo fiscale di circa 15 miliardi, che sarà sempre più eroso) per aiutare le imprese, le famiglie, e per ristrutturare la sanità pubblica veneta in modo da non trovarci più in una situazione simile.
Basta con i giochini. Passiamo ai fatti. I presidenti più coraggiosi lo hanno già fatto, con o senza autonomia. Il buon senso non aspetta autorizzazioni dall’alto.
Il mondo cambia, il vento soffia, e noi restiamo aggrappati a vecchie istituzioni che impediscono ai popoli di fiorire in tutta la loro bellezza. E’ tempo di autodeterminarsi.
Daniela Baldoria – Partito dei Veneti