Più passano i giorni, più mi rendo conto della “deriva”, come l'ha ben definita il filosofo Massimo Cacciari, verso la quale la nostra società sta andando. Non vuole essere un testo pro o no vax, ho già chiarito in questa ed in altre sedi che il Partito politico che rappresento, il Partito dei Veneti, lascia libertà di scelta individuale, così come sancito anche dalla Costituzione italiana e richiamato dalla Comunità Europea. Ma sull'uso improprio del GreenPass, quale strumento coercitivo che vuol portare ad inoculare con una terapia genica sperimentale (vaccinazione è un termine non corretto),la maggior parte della popolazione italica, prendiamo posizione e in maniera netta e decisa diciamo NO!. Sottoscriviamo alla lettera il “Manifesto contro il greenpass” (https://nogreenpassdocenti.wordpress.com/), proposto da alcuni professori universitari e che ha già superato le 600 adesioni da parte di cattedratici di ogni disciplina, proprio perchè oggi si avverte più che mai la presenza di quella silenziosa mano soverchiatrice di diritti di uno Stato che non solo ne disconosce i fondamentali, tra l'altro sanciti dalla propria stessa Costituizione, ma si attiva in una vera e propria persecuzione nei confronti di chi ha il diritto di potersi porre in maniera libera ed autonoma nei confronti della propria vita e delle cure del proprio corpo. Se perdiamo di vista questi basilari principi fondanti una sana democrazia, mi chiedo: domani,tra qualche anno, dove potrà arrivare tale deriva? Saremo ancora in una fase di perpetua emergenza? Saremo in continua deroga al normale evolversi della vita politica partecipativa per sopperire a situazioni contingenti? Secondo voi dopo il 31 dicembre si ritornerà alla normalità? Io temo e credo proprio di NO. Il problema più grave è che ci si sta assuefando, stiamo imparando a farci scivolare addosso ogni sopruso, siamo diventati dei contorsionisti da circo per quanto abbiamo imparato a piegarci. Sentire dei ragazzini chiedere di “vaccinarsi” per poter avere il passaporto verde e poi andare a mangiare una pizza con gli amici o poter continuare a fare sport è una disfatta sotto ogni punto di vista per una società civile degna di questo nome, che dovrebbe educare i propri figli alla salute e non a barattarla per una pizza o una gara di nuoto. L'applicazione del green pass, in alcuni contesti, fa percepire i toni di una tragicommedia che solo l'italico Stato è in grado di partorire. Due esempi su tutti: in Parlamento non vige l'obbligo di esibirlo, eh no Signori! chi lo frequenta si è subito affrettato a dichiarare ai giornalisti “sarebbe anticostituzionale!”... quindi mi obblighi a non poter cenare in un ristorante al chiuso se ne sono sprovvisto ma tu puoi fare il parlamentare assiepato vicino vicino ai colleghi a Montecitorio senza nessun problema, senza esibire nulla, libero di infettare e contagiare. Nel secondo caso, l'università di Trieste ha partorito una chicca degna di nota, infatti richiede il lasciapassare verde anche per gli studenti che faranno esami a distanza! Vorrei tanto comprenderne la ratio ma qui c'è poco da commentare, fatico a trovare le parole adatte. Se davvero non capiamo l'aggravarsi di una situazione che con la pandemia ha poco a che fare, meritiamo di estinguerci in un silenzio assordante, interrotto solo dal suono dei tacchi dei virologi nazionali che calpestano il red carpet della Biennale Cinema al Lido di Venezia. Cesare Busetto
