L’importanza delle donne in politica

Proprio in questi giorni si sta discutendo molto di un fatto gravissimo che vede le donne mortificate da frasi e da atteggiamenti sessisti. Ma nella realtà se esiste un modo per fare bene una cosa, è senz’altro farla fare ad una donna.

Barack Obama qualche settimana fa, nel corso di una sua intervista, parlando di pari opportunità ha detto:

«Se ogni nazione della Terra venisse governata da donne, in due anni vivremmo tutti in un mondo migliore. Ci sarebbero miglioramenti significativi in ogni settore: dagli standard di vita al conseguimento degli obiettivi politici».

Mai sono state pronunciate parole più vere.

La politica nel mondo, ma soprattutto in Italia, è un argomento tanto scomodo quanto delicato.  

I dati sottolineano quanto la presenza femminile sia carente nelle istituzioni di governo, molto più carente anche di molti paesi europei dove le donne non solo occupano posizioni politiche di rilievo, ma addirittura guidano il paese. Abbiamo visto leader donna in Germania, in Inghilterra, in Croazia, a Taiwan, a Singapore, in Nuova Zelanda e in altri 16 paesi del mondo, l’ultimo in ordine di elezione, la Finlandia con la giovanissima prima Ministra Sanna Mirella Marin.

Ma quale sarebbe il reale vantaggio di un paese con alla guida una donna? 

Non è difficile notare quanto il genere femminile sia più forte e pragmatico di quello maschile. Il senso di responsabilità, la concretezza, la determinazione, l’integrità, sono caratteristiche molto più accentuate nelle donne che negli uomini e sono anche gli elementi principali di cui dovrebbe essere composta una classe politica. 

In un paese finito ed irriformabile, come l’Italia, una delle rare speranze per salvare il paese è proprio la forza delle donne.    

Per secoli abbiamo vissuto all’interno di una società che sminuiva e non valorizzava il potenziale femminile, penalizzandole nelle ascese aziendali e politiche. 

Per anni abbiamo visto la stessa scena discriminante nei confronti delle donne, sempre identica, patetica e antidemocratica, perché senza le donne la democrazia non ha mai trovato la sua compiutezza ed è quindi rimasta una democrazia dimidiata, come scrive Alessio Morosin nel suo ultimo libro chiamato appunto Democrazia, edito da CLEUP Editrice dell’Università di Padova.

La domanda sorge spontanea: “quando finirà tutta questa involuzione sociale?”

Mai, se la società non rompe gli schemi e decide di aprire gli occhi.

Il primo passo verso un mondo libero dai pregiudizi nei confronti delle donne lo si fa assieme, con il riconoscimento del valore femminile da parte degli uomini e soprattutto con il coraggio di ribellarsi dai clichè sessisti da parte delle donne.

E’ ora di diventare Uomini e fare un passo indietro. 

Daniel Basso
Coordinatore Provinciale di Venezia del Partito dei Veneti

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