“Certo, chi comanda
Non è disposto a fare distinzioni poetiche
Il pensiero come l’oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare”
(“Com’è profondo il mare” L. Dalla)
Assisto attonito all’ennesimo episodio di censura della libertà di pensiero stavolta accorsa all’amico prof. Marco Bassani, colpevole di aver pubblicato sul proprio profilo personale in un social media un “meme” preso dal web, giudicato sconveniente e sessista.
Non entro nel merito di quanto pubblicato, per capire la pochezza delle tesi accusatorie basta solo fare qualche breve ricerca sul web, preferisco soffermarmi sulla sostanza che vede violata ancora una volta la libertà di pensiero con l’aggravante di porre questa censura ad uno stimato porfessore universitario.
Non si pone un freno all’attività di un professore, sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio per un mese, scendendo nei meriti della didattica, delle sue pubblicazioni, dei suoi studi, bensì si scende nella sfera personale, delle azioni personali svolte in un social e ritenute sconvenienti, non allineate.
Dov’è la libertà di pensiero? Dove sono i principi ispiratori del confronto e del Sapere che hanno reso vivide e grandi le Università sin dalla loro creazione? Lentamente e subdolamente a piccole dosi ci viene imposto questo bavaglio, dove anche il semplice dissentire pubblico, provoca reazioni avverse, dove il criticare si trasforma in censura, dove l’obbiettare diventa sanzione.
Ancora una volta ci troverete orgogliosamente dall’altra parte della barricata a difendere dei valori fondamentali della vita umana, quali la LIBERTÀ DI PENSIERO, forti di una tradizione culturale, quella della Serenissima, che è sempre stata porto sicuro a difesa di tutti i pensatori liberi appartenenti a qualsiasi religione o credo politico.
WSM
Cesare Busetto