Nord-est terra ricca e generosa, mansueta ma non stupida. Sono infatti passati due anni esatti da quel referendum per l’autonomia che vide 2 milioni e 200mila Veneti trasformare un referendum consultivo in un vero e proprio plebiscito.
Il mansueto Veneto si è destato e ha detto “basta!” ribellandosi alla schiavitù finanziaria imposta da Roma.
E dopo due anni lo ha fatto in modo democratico e pacifico com’è nello stile dei Veneti, lo ha fatto nel modo in cui i Veneti sanno fare le cose, ovvero rimboccandosi le maniche e scendendo in campo (non in piazza) in prima persona, fondando e sostenendo (soprattutto economicamente) un Partito, il Partito dei Veneti.
Una realtà questa che, non solo da’ dignità al popolo della Serenissima, ma che tutela e si fa garante dei nostri diritti: un partito che non dipende dai Lombardi ne tanto meno dai Romani, un partito che quando parla di Veneto gioca in casa.
L’enorme affluenza alla convention di Padova, nel pomeriggio di sabato 19 Ottobre 2019 e le numerosissime adesioni arrivate nei giorni seguenti, sono il risultato di un lavoro iniziato più di un anno fa; queste adesioni sono soprattutto frutto della necessità di un popolo di autogovernarsi, di tenere “a casa” i propri risparmi e di fare il bene comune in prima persona, non andandolo ad elemosinare invano ad altri partiti.
Il Partito dei Veneti è maturo, è sceso in campo nella sua veste ufficiale: a testimoniarlo sono le testate nazionali che gli dedicano oggi le loro pagine ed a sostenerlo si sono uniti e continuano ad unirsi un folto seguito di imprenditori, riconoscoscendo il lavoro ed il valore di una squadra giovane e determinata, pronta ad imporsi in maniera costruttiva e ad opporsi alle trascuratezze di chi ci governa.
Daniel Basso
Partito dei Veneti Venezia