Nel 2021, il Veneto che produce, che commercia, che continua a fare utili nonostante la pandemia, si ritrova a correre con il freno a mano tirato. Questo perché nel secondo trimestre dell’anno i prezzi del metano e dell’elettricità sono schizzati alle stelle. Oltre ai rincari delle materie prime come ferro, legno, alluminio per citarne alcuni.
Se guardiamo i dati forniti dal 1973 (costituzione dei consigli regionali) fino al 2008, la nostra regione ha avuto un forte incremento di richiesta energetica, per poi stabilizzarsi fino ai giorni nostri.
Dal 1985 fino ai primi anni 2000 eravamo addirittura se pur di poco in surplus di energia elettrica, cioè la produzione era superiore al consumo, mentre ai giorni d’oggi siamo spaventosamente in deficit.
Per sopperire a questa forte domanda di energia ci siamo rivolti ad altri stati Europei come Slovenia, Austria, Svizzera, (energia che ricordiamo essere prodotta prevalentemente da centrali nucleari).
Nel Veneto che galoppava e che faceva la parte del leone nell’export si è data importanza a costruire nuove autostrade e centri commerciali, ma allo stesso tempo non si è investito nelle energie rinnovabili o nell’ abbattere il consumo energetico sia domestico che industriale.
Si parla molto spesso di auto elettriche, mezzi pubblici a trazione elettrica, senza sapere che la maggior parte dell’energia è prodotta da centrali termoelettriche tradizionali, cioè che per funzionare usano combustibili come: gas metano, gasolio, rifiuto secco non riciclabile, o carbone. Molto sfruttata è anche l’energia idroelettrica e poi infine anche quella fotovoltaica. Riassumendo l’energia elettrica prodotta in maniera tradizionale è il doppio di quella prodotta in maniera rinnovabile.
Se per l’energia elettrica siamo in grado di produrre metà di quella che usiamo allo stesso modo non possiamo dirlo per il gas metano. Questo viene importato al 100% dall’ estero, soprattutto da Algeria, Russia, Libia, Olanda, e in piccola parte da giacimenti di altre regioni italiane. Siamo la terza regione in Italia per utilizzo di gas naturale dopo Lombardia ed Emilia Romagna. Purtroppo non riusciamo a sfruttare i giacimenti presenti nel mare Adriatico per problemi geologici dovuti principalmente alla sussidenza, cioè se noi andiamo a togliere il gas metano presente vicino alla nostra costa adriatica avremo una drastica diminuzione dei terreni su cui poggiano Venezia e Chioggia e le altre città costiere, come già avvenuto in passato.
Se vogliamo essere competitivi e meno vulnerabili sul mercato dovremo ripensare in maniera forte e strategica al nostro sistema di approvvigionamento energetico. Essere energicamente dipendenti da alcuni paesi condiziona fortemente il nostro sviluppo commerciale.
Non si può nemmeno continuare a rovinare un paesaggio montano pensando di costruire dighe in ogni valle, o ricoprendo i campi che potrebbero essere coltivabili, con interi impianti fotovoltaici.
Andrebbe rivisto completamente anche il sistema di progettazione e costruzione delle infrastrutture come capannoni e centri commerciali, i quali per le grandi superfici che occupano hanno un enorme dispendio di energia. Incentivando la costruzione di impianti fotovoltaici sulla copertura, usando geotermia e le pompe di calore in azione combinata tra loro. L’uso di luci Led e domotica integrata per l’illuminazione di grandi ambienti.
Tante volte anche attività artigianali che dovrebbero essere aiutate sotto questo profilo vengono lasciate ai margini o appena sfiorate dagli incentivi. Le attività artigianali rappresentano la vera forza produttiva del Veneto, con studi tecnici a prezzi agevolati e una burocrazia molto snella e veloce si potrebbe già da subito dare una risposta concreta a tante attività imprenditoriali.
La vera innovazione del trasporto pubblico in città deriva dall’idrogeno, energia molto efficiente e pulita, in grado di garantire standard di zero emissioni e alta sicurezza nei centri urbani oltre che a una buona autonomia di percorrenza.
Forse è proprio questa la sfida che il Veneto del futuro dovrà superare, trovare la giusta “energia” per rendersi competitivo al mercato globale. Per uscire da questa impasse dovrà essere in grado di far dialogare tra di loro tutte le categorie: commerciali, artigianali, industriali, agricole, con le università, per trovare le risposte giuste ad un problema che non riguarda solo noi Veneti ma il mercato mondiale.
Alberto Pigozzo Coordinatore provincia di Treviso.