Caro Mario, anch’io non mi sento del tutto italiano

Caro Mario, ho letto della vicenda che ti è capitata a Verona.

Ho letto di quel tale, dirigente di Forza Nuova, che dice che tu non sarai ‘mai del tutto italiano’; intendeva, il tale, che non potrai esserlo in quanto hai la pelle nera? oppure, intendeva, il tale, perché non hai ‘sangue italiano’? Nel senso che non hai ‘ascendenti’ italiani? 

Allora, se con tali parametri, per il tale è facile escludere uno con la pelle nera, diventerebbe comunque difficile includere quelli con la pelle bianca. Già con me, farebbe fatica… E poi, onestamente, se accettiamo il parametro, la definizione, è troppo generica. Il recinto, ognuno ha il diritto di metterlo dove gli pare. La penisola è troppo piccola per segnare una differenza ‘genetica’ ed è troppo grande per segnare una differenza ‘culturale’. Sai, noi in Veneto siamo molto attaccati alla nostra storia, quella Veneta. La nostra storia, migliore o peggiore, è diversa dalle altre. È storia, basta leggere. Se proprio dobbiamo distinguere, distinguiamo con cura. Il Veneto è stato annesso, con la forza e con l’imbroglio all’Italia un secolo e mezzo fa… troppo poco sia per uniformare tradizioni, usi, costumi, che per uniformare corredi genetici. Siamo italiani? Siamo europei? Siamo Veneti?

La storia d’Italia ha 150 anni di vita, non gloriosa, diciamocelo. Ma lasciamo stare la storia. Ritorniamo al fatto. Voglio dire, è curioso che tutto ciò sia capitato in Veneto, perché, ti assicuro, qui sei in buona e larga compagnia: in effetti, siamo in diversi che non ci sentiamo ‘del tutto italiani’. Anzi, siamo in molti che ci  chiediamo ancora cosa vorrebbe dire sentirsi italiani. 

Per molti di noi vale il motto “Veneto è chi Veneto fa”; di conseguenza, seguendo la millenaria storia di Venezia, siamo per accogliere e considerare uno di noi chiunque venga a vivere sul nostro (Veneto) suolo, rispettando il nostro modo di essere e il nostro modo di convivere. Per noi il criterio di giudizio  non verte sulle improbabili differenze genetiche, ma sulle ‘fattuali’ differenze comportamentali. Il tutto – da noi – viene compendiato da secoli in questo modo: ‘a xe na brava persona’, oppure, ‘no a xe na brava persona’, senza badare molto alle discendenze.

Siamo da millenni, per collocazione geografica e per indole, un popolo che accoglie e integra. Chi sceglie di vivere in Veneto e rispetta gli altri per noi è Veneto. L’omologazione chiesta da D’Azeglio (fatta l’Italia bisogna fare gli italiani) non è riuscita e noi continuiamo a fare i veneti. E ne sono certo, è altrettanto gratificante fare i siciliani, i pugliesi, i campani, i liguri ecc. Che se poi  ‘fare gli italiani’ significa comportarsi come il tale, torniamo a bomba… meglio veneti, siculi, emiliani ecc…

La prossima volta che vieni a giocare in Veneto, ricordati delle proporzioni, quelli che gridavano erano pochini e comunque tutti allo stadio non ci stiamo; ma sentiti in buona compagnia in Veneto, in compagnia di quelli che non si sentono ‘del tutto italiani’.  

Antonio Guadagnini
Consigliere Regionale

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