Il 18 Luglio 2020 saranno 1.000 giorni dal Referendum del 22 Ottobre 2017 per l’autonomia del Veneto e i veneti stanno ancora aspettando.
In quello che è il più delicato e più strano momento economico e sociale da dopo la seconda guerra mondiale, ci ritroviamo ancora qui a sperare di non andare a fondo, pur avendo votato per l’autonomia, con un risultato straordinario.
Il risultato del voto referendario infatti è stato dirompente, 98.1% dei Veneti hanno detto SI alla maggior autonomia e questo storico risultato si è materializzato come un enorme macigno in mezzo alla sala della politica.
Ma allora cosa è andato storto?
In questi quasi 3 anni abbiamo visto di tutto, il risultato record del 5 stelle al 33%, l’ascesa della Lega Nord, un Governo a trazione “Giallo-Verde”, il cambio d’identità leghista da Lega Nord a Lega Salvini premier, il forfait del carroccio nel Agosto del 2019 e il Conte bis, fino ad arrivare ad un lockdown che puzza di fregatura.
1.000 giorni partiti con grandi aspettative e finiti in una totale ed enorme delusione.
A rafforzare la triste verità di non essere stati considerati, complicando ulteriormente le cose, ci ha pensato il Covid, che ha lasciato dietro di sé una scia di desolazione economica e quasi tre mesi di chiusura forzata che non solo ha indebolito il nostro tessuto produttivo, ma che si sta perfino preparando ad introdurci in quella che sarà una delle più stremanti crisi economiche degli ultimi decenni.
Un settembre dunque all’insegna del cambiamento, da un lato il cambiamento sottoforma di rinnovo del Consiglio Regionale, dall’altro il cambiamento delle abitudini finanziarie dei Veneti che passeranno ancora una volta dalla difficoltà alla precarietà economica.
È evidente ormai che non possiamo più continuare in questo modo, i 16 miliardi di Euro di residuo fiscale del Veneto, diventano ora più che mai una cifra soffocante e solo l’autonomia può darci quella boccata di ossigeno che ci serve a non annegare.
Mai come oggi siamo stati cosi vulnerabili, Zaia per mesi è stato un punto di riferimento per molti Veneti, ma ora anche lui ha bisogno dell’aiuto di tutti, soprattutto quello delle opposizioni in Consiglio Regionale che ormai sono diventate l’elemento decisivo in grado aiutarlo ad intensificare la sua richiesta di autonomia che ormai sembra perduta per sempre.
Zaia ha già vinto, ma i Veneti no. I Veneti arrancano, navigano a vista, soffrono in silenzio come sono abituati a fare, ma non potranno continuare a farlo per sempre.
Abbiamo bisogno di governarci da Veneti, di smarcarci dalla politica Italiana unica responsabile di questa intricata situazione, di liberaci dalla burocrazia e di mantenere, finalmente, buona parte delle nostre risorse sul territorio e per farlo dovremmo imparare a VOTARE VENETO SUL SERIO.
Daniel Basso
Coordinatore Provinciale di Venezia
Partito dei Veneti